Il promontorio di Seu chiude a settentrione la cala di S. Giovanni di Sinis e di Funtana Meiga; questa area è stata interessata da insediamenti umani fin dal tempo della civiltà nuragica, verso il 1.500-1.000 a. C. (sul lato settentrionale, presso la spiaggia di Maimone, si trova un monumento nuragico, costituito da un tempio a pozzo. Anche i Cartaginesi si stanziarono a Seu dove vi impiantarono cave di arenaria necessaria per l’intensa attività edilizia della vicina Tharros.
Nel periodo romano proseguì l’attività umana a Seu: i laterizi e le ceramiche romane ritrovate a Seu documentano l’esistenza di un centro abitato nel luogo. I pericoli rappresentati dalle navi dei saraceni ne determinano lo spopolamento e la ripresa del sopravvento da parte della natura sull’uomo che si limitò a costruire una torre di avvistamento aragonese nel XVII secolo.
L’Oasi comprende tratti di falesia, spiagge ciottolose e granulose, vegetazione pioniera, macchia bassa a rosmarino, lentisco, fillirea, palma nana, bosco a pino d’Aleppo. Ricca entomofauna (insetti), con numerose specie di coleotteri, spesso rari.
Un piccolo sentiero di trekking molto semplice attraversa tutta l’oasi naturalistica fino alla piccola spiaggia di Seu, chiamata Is Caogheddas, poco conosciuta e poco frequentata. Una vera e propria immersione nel verde e nel blu, tra tantissime specie della macchia mediterranea e tra i tesori sommersi dei fondali. Uno dei siti di immersione del Sinis si trova proprio qui, all’interno dell’Oasi. Da visitare assolutamente in primavera.